Pagine

mercoledì 26 ottobre 2016

le droghe nella storia

STORIA DELLE DROGHE

Nell'antichità erano già conosciute alcune sostanze che producevano effetti particolari sull'organismo e venivano considerate come sostanze magiche, essenziali per determinati riti. Oppio, cocaina e altre sostanze come l'hascisc, sono usate da molte popolazioni fin dall'antichità, ma solo da pochi decenni i trafficanti internazionali ne hanno fatto un lucroso affare con miliardi di dollari di utile annuo. L'abuso di tali sostanze e la diffusione in occidente, ha trasformato il fenomeno in uno dei problemi sociali più gravi.
Con il termine droga si indicano tutte le sostanze psicoattive, cioè quelle che hanno un effetto sul sistema nervoso ed alterano l'equilibrio psicofisico dell'organismo. Ci sono alcune sostanze di questo tipo che sono usate liberamente come la nicotina (anch'essa entrata nel mirino dei divieti o delle limitazioni), l'alcool (in alcuni momenti della storia americana messo al bando e, per motivi religiosi, proibito nelle regioni islamiche) e la caffeina. Altre, invece, possono essere utilizzate solo per scopi curativi, venendo prescritte dal medico in quantità rigorosamente controllate. In altri casi il loro consumo è considerato illecito, come è il caso dell'eroina della cocaina o di altre sostanze di origine naturale o chimica.
I veleni sono spesso utilizzati per la cura di particolari malattie, ma a volte rappresentano il male: dipende dal modo come vengono utilizzati dall'uomo.
Questa caratteristica benefica o, al contrario, malefica è tipica degli alcaloidi dell'oppio, materia prima da cui si ottengono la morfina, la codeina e l’eroina. L'oppio si ottiene dalle capsule che racchiudono i semi del papavero domestico, comparso per la prima volta nel Vicino Oriente ed è stato utilizzato dai greci per la sua proprietà di attenuare i dolori. Dai greci, l'uso di tale sostanza passò ai romani per divenire, tra il XIII e il XIV secolo, un medicinale largamente usato nelle farmacie. Nel XIX secolo si abbandonò l'uso dell'oppio grezzo e subentrarono in farmacia i suoi derivati morfina e codeina usati per lenire dolori o tossi insistenti.
All'epoca della penetrazione inglese in India, la Compagnia delle Indie orientali ebbe il monopolio dell'esportazione dell'oppio a partire dalla metà del XVIII secolo. Da quel momento gli inglesi vendettero agli indiani, ai cinesi e a tutti i popoli dell'oriente il prodotto che rendeva più di qualsiasi altra merce. Poco a poco, milioni di cinesi divennero schiavi dell'oppio che li faceva sognare e sentire liberi dal fardello delle miserie quotidiane. Al risveglio, invece, il corpo era spossato, con continui tremiti, evidenti segni di dimagrimento, la mente vuota, il vivere giorno dopo giorno insulso e inutile: dopo alcuni anni di ebbrezza e sogni, una vita di inedie fino ad una morte certa. La situazione in Cina si aggravò sino al punto da spingere il governo imperiale a proibire, nel 1820, l'importazione di oppio, entrando così in rotta di collisione con gli interessi economici inglesi. L'esportazione clandestina di oppio continuò sino al punto da provocare una vergognosa guerra (denominata guerra dell'oppio) tra Cina e Inghilterra che, vinta da quest'ultima, portò alla "pace" di Nanchino, alla cessione del territorio di Hong Kong e all'apertura dei porti cinesi alle merci europee.
L'uso dell'oppio si diffuse anche presso i coloni e le truppe europee; il loro ritorno in patria, coincise con la diffusione dell'oppio in Europa, soprattutto presso scrittori, artisti e nobili. I cinesi che migrarono in America furono invece la causa della diffusione dell'oppio negli USA e ciò spinse il governo americano a favorire l'adozione della Convenzione dell'oppio all'Aja, nel 1912.
Nella regione del Vicino Oriente, dove si diffuse l'oppio, era ampiamente utilizzato un altro prodotto, l'hascisc, sostanza resinosa che si ottiene dalla canapa, di origine indiana, che i persiani avevano introdotto nelle loro terre. Quando si diffuse l'islam, oppio e hascisc coesistevano in tutta la regione. L'hascisc provocava uno stato di estasi più rapidamente di quanto non facessero la preghiera, il digiuno o la danza, perciò venne impiegato abbondantemente da alcune sette maomettane come quella degli "haschaschin" (cioè seguaci dell'hascisc), termine tradotto con assassino in italiano.
La Convenzione dell'Aja si occupò anche di altre sostanze, tra cui la cocaina. Originaria dell'America, deriva dalle foglie del cespuglio di coca che contengono una trentina di alcaloidi. Da molto tempo, grazie alla proprietà di sedare il dolore e sopportare la fatica e le privazioni, gli incas del Perù ne facevano regolarmente uso non solo durante il lavoro ma anche durante le cerimonie religiose.
 Nel 1855 il chimico tedesco Friedrich Georg Carl Gaedcke isolò il principio attivo contenuto nelle foglie dell’arbusto coca (Erythroxylum coca, pianta originaria del Sud America). L’alcaloide cocaina fu poi caratterizzato chimicamente nel 1859 dal chimico e farmacista austriaco Albert Niemann, che pensò di promuoverne l’uso per la terapia della depressione, oltre che dell’asma e dell’obesità.
 L'8 maggio 1886 ad Atlanta, il farmacista John Stith Pemberton, riprendendo la formula del famoso “Vin Mariani”, una miscela di vino e foglie di coca creata verso la metà dell’Ottocento dal farmacista corso Angelo Mariani, inventò la Coca-Cola.
Inizialmente prodotta come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza, la bevanda, chiamata in origine “Pemberton's French Wine Coca”, aveva tra i suoi ingredienti alcool (poi sostituito da distillato di noci di cola) ed estratto di foglie di coca. Nel 1903, tuttavia, sull'onda delle crescenti tendenze proibizionistiche, il nuovo produttore della bevanda fu convinto a eliminare la cocaina dalla formula e a sostituirla con caffeina.
Negli anni Trenta del Novecento sono create in laboratorio e messe in commercio alcune sostanze psicoattive indicate, tra l’altro, per curare la depressione e l’uso eccessivo di medicinali ipnotici: si tratta delle amfetamine. A causa delle loro proprietà anoressizzanti e psicostimolanti – che diminuiscono l’appetito, il sonno, la stanchezza e lo sconforto – esse furono anche utilizzate in ambito militare. 

Nel XX secolo gli Stati occidentali hanno dichiarato le droghe illecite e quindi proibite, anche se durante la seconda guerra mondiale sia per vincere la paura che per mantenere elevato l'onore patrio i soldati facevano uso di anfetamine, sostanze sintetiche scoperte circa venti anni prima.
Negli anni 60, la droga diviene un fenomeno di massa grazie all'esplodere della contestazione giovanile.
Un grande impulso alla diffusione è venuto dal mondo asiatico in seguito alle guerre del Vietnam e della Corea, l'uso di stupefacenti durante il conflitto ha fatto si che i giovani americani tornati in patria continuassero anche nella vita civile l'abitudine assunta.
Mentre nel passato le tossicomanie erano confinate in ambienti legati alla delinquenza, oggi si sviluppano tra i giovani indipendentemente dalle condizione economiche e sociali . Tutto questo costituisce un problema molto grave a causa della divergenza tra il sempre crescente numero di persone coinvolte e gli insufficienti rimedi per combatterla. A ciò occorre aggiungere la presenza di spacciatori, privi di scrupoli, che inizialmente vendono la droga a poco prezzo, in seguito, l'acquirente, diventato ormai tossicodipendente, sarà costretto a comprare la droga a caro prezzo.
La scienza si è ormai sostituita alla natura e dalle prime droghe naturali si è passati a quelle create in laboratorio, più terribilmente pericolose. Dall’iniziale valenza religiosa e medica, le droghe assumono il carattere illegale di sostanza stupefacente. Malgrado l’enorme informazione e prevenzione, assieme alla repressione sempre più massiccia, la diffusione delle droghe non si è fermata, anzi con la comparsa di nuove droghe più economiche sta assumendo proporzioni preoccupanti, soprattutto tra i giovanissimi.

L'Italia è fortemente coinvolta: secondo le statistiche ufficiali sarebbe al primo posto in Europa come numero di tossicodipendenti afferenti alle strutture pubbliche, seguita da Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. 

sabato 8 ottobre 2016

retta nel piano cartesiano

retta passante per l'origine degli assi

Y = K*X               K è il coefficiente angolare (indica la pendenza della retta)














retta non passante per l'origine degli assi

Y = K*X + Q        Q è il termine noto (indica il punto in cui la retta incontra l'asse y)


proporzionalità